Piano Sanitario Regionale e Sanità Territoriale

      F.A.S.S.I.D.

       S.U.M.A.I. 
     A S S O P R O F         
 Dirigenza Medica Territoriale
Via Giuseppe Silvati 32 – 80141 Napoli
Tel. 081/455361-081/19565787 - Fax 081/441412
        Segreteria Regionale
 
Napoli 12/03/2012
                                                                           Al Presidente – Commissario
                                                                                   On. Stefano  Caldoro
 
                                                                  E p.c.       Al Consigliere per la Sanità
                                                                                   Sen. Raffaele Calabrò
 
                                                                 E p.c.        Al Sub Commissario
                                                                                  Dott. Mario Morlacco
 
                                                                 E p.c.        Al Sub Commissario
                                                                                  Dott. Achille Coppola
 
                                                                  E p.c.      Al Presidente della V Commissione – Cons. Reg.
 
                                                                  E p.c.      Al Direttore de “Il Denaro Sanità”
 
                                                                  E p.c.      Al Direttore de “Il Corriere del Mezzogiorno”
 
                                                                  E p.c.      Al Direttore de “Il Mattino”
 
                                                                 E p.c.       Al Direttore di “Repubblica “ Napoli
 
 
Oggetto: Piano Sanitario Regionale e Sanità Territoriale
 
 
Egregio On. Caldoro,
dopo un anno dall’emanazione di due importanti strumenti normativi, la delibera n. 41 del 14 febbraio 2011 in cui si sono riorganizzate le Cure Domiciliari ed il successivo decreto n. 22 del 22 marzo 2011 in cui si indica il nuovo Piano Sanitario Regionale per gli anni 2011 – 2013 è d’obbligo domandarsi cosa è cambiato in seno alla Sanità campana. 
Da operatore debbo, con molto rincrescimento, affermare poco o niente, da cittadino nulla!
Vivo molto da vicino il mondo della Sanità di questa Regione, sia come operatore che come rappresentante sindacale, ed ho notato l’impegno di tanti suoi funzionari dell’Assessorato alla Sanità che cercano con molto altruismo di contenere le gravi dissonanze esistenti nel governo della Sanità di questa nostra Regione.
Da operatore mi permetto di evidenziare una difficoltà, un malessere che serpeggia tra tutti noi, quello che le norme emanate dai suoi uffici, mancano di quella calibratura che in genere un maestro d’orchestra realizza, in quanto responsabile unico di quella compagine, che è l’attuale struttura commissariale. 
Il Sen. Calabrò che considero il migliore assessore alla Sanità che abbia mai avuto la nostra Regione, a mio avviso non ha quell’ “imprimatur” politico da decidere anche con il suo consenso dove questa nostra “barca” debba andare. Non vorrei, mi perdoni l’allusione, che lei si comporti come il comandante di una nota nave da crociera da poco affondata, che ha impiegato diverse ore prima di rendersi conto che la nave affondava.
Si Signor Presidente – Commissario, la nostra nave sta andando a fondo e nessuno ha ancora formulato disposizioni concrete per evitare questo naufragio!
Leggiamo da tempo che avrebbe ricevuto il via libera per il recupero del 10 % del turnover dei pensionamenti, ma ad oggi nulla si è visto. E’ stato annunciato il recupero di alcune centinaia di milioni di Euro nella scorsa trattativa alla conferenza Stato – Regioni, ma solo il debito dell’ASL Napoli 1 ha già fatto fuori quella massa di soldi.
Veniamo al concreto delle cose e consideriamo i tagli da lei avviati e le iniziative per ridurre la spesa sanitaria. 
I tagli che operativamente toccano ai Direttori Generali sono di tipo orizzontali dove quello che conta è solo dimostrare che si è speso meno dello scorso anno e meno del giorno precedente, oltre a ciò si intreccia con questo modo di operare, la riduzione del personale. Ormai nella maggior parte dei servizi ospedalieri e distrettuali gli standard del personale non sono più rispettati e non è più possibile rispettarli, mancano infermieri, mancano medici, manca il personale amministrativo, come si vuole governare una realtà così grande senza avere il personale disponibile?
Le potenzialità della Sanità campana sono sottodimensionate per quella che è l’attuale struttura organizzativa del Servizio Sanitario campano in particolare per la parte territoriale.
E’ bene quindi che ci si confronti in modo franco davanti ai cittadini e si abbia l’onestà di chiarire una volta per tutte come realmente siamo messi.
Da parte nostra siamo pronti a discutere su tutte le criticità presenti e siamo già preparati ad offrire alternative serie per riorganizzare i Servizi Sanitari Territoriali in modo efficiente in base alla scarsità di risorse disponibili.
I Distretti Sanitari vanno riorganizzati come è previsto nel Piano Sanitario Regionale, ma vi deve essere una attenta vigilanza affinché ciò avvenga.
I medici di Medicina Generale vanno coinvolti e valorizzati maggiormente così come previsto nel loro Accordo Collettivo Nazionale. Questi in accordo con le altre figure professionali operanti sul territorio (Specialisti Ambulatoriali, Continuità Assistenziale e Pediatria di Libera Scelta) dovranno attuare il miglioramento della presa in carico degli assistiti affetti da patologia cronica misurandone, attraverso appositi indicatori, lo stato di salute.
La Specialistica Ambulatoriale oltre a partecipare ai compiti appena descritti, dovrà intervenire nell’ambito dei percorsi di assistenza interdisciplinare integrata, ambulatoriale e domiciliare, in particolare a favore dell’anziano fragile. In alcuni ambiti può anche assumere un ruolo di eccellenza divenendo punto di riferimento per la definizione delle patologie complesse, raggruppando gli Specialisti in equipe specialistiche per branca dove si affronta il quesito diagnostico in modo  approfondito, onde evitare il ricovero ospedaliero se non per casi specifici (es. per coronarografie). Questo significa che in una Azienda Sanitaria, a seconda dell’orografia e del contesto ambientale, vi sarà uno o al massimo due centri di Cardiologia per diagnosi ed interventi di media complessità oltre ai classici ambulatori distrettuali.
Per questi motivi avvieremo la costituzione di un tavolo di lavoro con le altre sigle sindacali più rappresentative per organizzare un convegno dove la inviteremo, per confrontarci su questi temi oltreché a  mettere i cittadini al corrente dell’attuale situazione della sanità campana.
 
 
                   Dott. Stanislao Napolano

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